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Scheda Film: Romanzo di una strage

Romanzo di una strage



Romanzo di una strage

Titolo Originale: Romanzo di una strage
Nazione: Italia
Anno: 2012
Genere: Drammatico
Durata: 130'
Regia: Marco Tullio Giordana
Sito ufficiale: www.corriere.it/romanzodiunastrage

Cast: Valerio Mastandrea, Pierfrancesco Favino, Michela Cescon, Laura Chiatti, Fabrizio Gifuni, Luigi Lo Cascio, Giorgio Colangeli

Produzione: Cattleya, Rai Cinema
Distribuzione: 01 Distribution
Data di uscita: 30 Marzo 2012 (cinema)


Trailer: Trailer

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Milano, 12 dicembre 1969. Subito dopo l'esplosione alla Banca Nazionale dell'agricoltura di piazza Fontana - che uccide 14 persone (salite a 17) e ne ferisce 88 - le indagini della Questura sono tutte orientate verso la pista anarchica. Il commissario Luigi Calabresi e i suoi superiori, Marcello Guida e Antonino Allegra, sono convinti della matrice anarchica della strage cosi come delle decine di bombe esplose in città negli ultimi mesi.
Fra i fermati c'e Giuseppe Pinelli, un anarchico non-violento che Calabresi stima e sa perfettamente estraneo alla strage. E invece arrestato Pietro Valpreda, un ballerino senza scritture, spesso in contrasto con Pinelli: il colpevole ideale, il mostro riconosciuto dal tassista Rolandi che l'ha accompagnato in banca pochi minuti prima dello scoppio.
Per ottenere da Pinelli la conferma della pericolosità di Valpreda, continuano a trattenerlo oltre i limiti di legge. Dopo 3 giorni di digiuno e insonnia, Pinelli precipita la notte del 15 dalla finestra dell'ufficio di Calabresi. Il commissario non e nella stanza ma - grazie ai goffi tentativi della Questura di giustificare l'accaduto - finisce per essere indentificato come il diretto responsabile.
A Treviso i giudici Pietro Calogero e Giancarlo Stiz - grazie alle rivelazioni di Guido Lorenzon - scoprono una galassia di giovani neonazisti senza partito e senza collare, pronti - di fonte alle lotte studentesche e operaie del '68/'69 - a gesti clamorosi. Pur coperti e infiltrati dai servizi segreti, alcuni di loro hanno lasciato tracce evidenti. Giovanni Ventura e Franco Freda vengono arrestati insieme ad altri complici.
Calabresi continua a indagare sulla strage. Ora dubita della sua matrice anarchica e pensa piuttosto a legami col traffico internazionale d'armi. Segue la nuova pista fino al Carso dove, due giorni prima di essere assassinato, scopre un deposito clandestino d'armi in uso anche ai neonazisti. Il 17 maggio 1972 Calabresi é ucciso sotto casa.



Romanzo di una strage

Gli autori del bel La meglio gioventù - fecero tanto parlare di sé arrivando a ventilare anche una possibile rinascita del cinema italiano - tornano con un’altra opera complessa e storicamente collocata. Marco Tullio Giordana alla regia e il duo Stefano Rulli e Sandro Petraglia alla sceneggiatura per orchestrare un vero e proprio colossal in piena crisi economica. Là dove non arrivano gli effetti speciali, arriva il nutritissimo cast e la ricostruzione storica che rasenta la perfezione.
Ispirato nel titolo da un noto articolo scritto dal maestro Pasolini sul Corriere della Sera (Cos’é questo Golpe? Il romanzo delle stragi, 14 novembre 1974), il film ricostruisce con piglio giornalistico gli eventi che portarono alla strage di piazza Fontana a Milano nel 1969. Alla tragica cattura di Giuseppe Pinelli, passando per le indagini del commissario Calabresi e rimbalzando – quasi letteralmente - per l’Italia da una questura a un’altra, da un processo a un altro. Un alternarsi di facce, versioni e suggestioni che tentano, nel film di Giordana, di convogliare a una sola verità...
Film complicatissimo, più da fare che da seguire, questo Romanzo di una strage. Il regista Giordana però si dimostra all’altezza della situazione, e grazie alla sceneggiatura di Rulli e Petraglia rende esplicita una vicenda che è una specie di tunnel senza luce né uscita. Per la narrazione si sceglie la divisione per capitoli, selezionando qua e là modi di dire giornalistici poi entrati nel gergo storico, come proprio Autunno caldo che fa da apertura. Malgrado la punteggiatura precisa, inizialmente il racconto per tasselli è un pochino cervellotico. Fortunatamente più si procede più le cose si fanno logiche, portando nel frattempo e poco a poco a una specie di catarsi con il protagonista Luigi Calabresi (interpretato da Valerio Mastandrea).
Un film che fa dell’asciuttezza la propria cifra stilistica. Un timbro che trascina sia i tempi narrativi - più che altro da cronaca in prima pagina -, sia le interpretazioni - magistrali (o inquietanti?) quelle di Fabrizio Gifuni nei panni di Aldo Moro e di Giorgio Tirabassi in quelli del Professore. E si adegua anche la regia, nerissima, caratterizzata dalla fotografia di Roberto Forza, che si avventura in interni senza luce seguendo una vicenda che sconvolge.
Sulle interpretazioni tocca ancora spendere due parole perché ogni attore e attrice sembra partire da quel famoso Io so con cui Pasolini cominciava il suo articolo/sfogo per impostare la propria interpretazione. Trascorsi quarant’anni da quei fatti, il film di Giordana non è solo un bel film, rigoroso e attento oltre misura, ma riesce a riportare a galla i resti di un’antica scialuppa sepolta nel mare della menzogna che circonda questa Italia. Bisogna fare presto, prima che quegli stessi resti si inabissino ancora. Io so, diceva Pasolini. Grazie al film di Marco Tullio Giordana sapremo tutti, e anche stavolta ci sembrerà di non avere le prove.

La frase:
“…visto che parliamo di fantasia, come dice lei, di un romanzo, facciamo conto che dietro ci sono anche quelli della Cia….
a cura di Diego Altobelli

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