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Scheda Rappresentazione: Carmen

Carmen



LIVE! Dal Teatro alla Scala di Milano
PRIMA ASSOLUTA della STAGIONE 2009/10.

La Prima della Scala, in diretta nei cinema digitali: per il terzo anno consecutivo, Microcinema apre al grande pubblico le porte dell'evento lirico più atteso dell'anno. Un cast eccezionale: Jonas Kaufmann, Erwin Schrott, Francis Dudziac, Rudolphe Briand, Mathias Briand, Gabor Bretz, Anita Rachvelishvili, Adriana Damato.
Dirige il Maestro Daniel Baremboim. Regia di Emma Dante.


(Opinioni presenti: 1 - Media Voto: 5 Stelle)



Personaggi Interpreti:
Don José Jonas Kaufmann
Escamillo Erwin Schrott
Le Dancaïre Francis Dudziac
Le Remendado Rodolphe Briand
Moralès Mathias Hausmann
Zuniga Gabor Bretz
Carmen Anita Rachvelishvili
Micaëla Adriana Damato
Mercédès Adriana Kucerová
Frasquita Michèle Losier
Direttore Daniel Barenboim
Regia e costumi Emma Dante
Scene Richard Peduzzi
Luci Dominique Bruguière

Durata spettacolo: oltre 2 ore



Il 3 marzo 1875 all'Opéra-Comique di Parigi andò in scena Carmen: un'opera che rompeva la tradizione del genere e che dovette misurarsi con un pubblico alquanto impreparato. Infatti portava in scena un soggetto giudicato immorale, e una musica altrettanto controcorrente.
La fredda reazione degli spettatori rappresentò una grande delusione per l'autore, quel Georges Bizet che in passato i più illustri musicisti francesi avevano apprezzato e lodato.
Il fragile sistema nervoso di Bizet ne è profondamente turbato. Ad aggravare la situazione sopravviene un violento attacco di angina con crisi di soffocamento, tanto che il trentasettenne compositore è costretto su una sedia a rotelle.
Il 28 maggio 1875 parte con Geneviève per Bougival dove, rinfrancato da un paio di giorni di tranquille passeggiate, si concede un bagno nel fiume: un'imprudenza che gli provoca un accesso di febbre reumatica e una crisi cardiaca.
Il 2 giugno la crisi pare superata. La sera all'Opéra-Comique va in scena Carmen; nella notte Bizet muore. Sulle cause del decesso la famiglia fornisce versioni contrastanti: non è stato mai chiaro se Bizet sia morto di un attacco di cuore o di angina o se la grave depressione l'abbia portato al suicidio.
I funerali si svolgono il 5 giugno a Parigi, nella chiesa della Trinité a Montmartre, alla presenza di quattromila persone.
Il soggetto era stato preso da una novella di Prosper Mérimée ed adattato per la scena dai librettisti Halévy e Meilhac. Era un'opera del genere comique, cioè con recitativi parlati alternati alle parti musicali. La composizione vide Bizet impegnato con entusiasmo sin dal 1872, nonostante in quell'anno i suoi lavori intitolati L'Arlésienne e Djamileh fossero stati un clamoroso insuccesso. Scrisse la musica del primo atto tra quell'anno e l'estate dell'anno seguente. Già in quel periodo cominciavano ad emergere le molte incomprensioni che Bizet avrebbe avuto con l'Opéra-Comique a causa di Carmen. Decise allora di accettare la proposta di scrivere la musica per il Don Rodrigue, da mettere in scena sempre nello stesso teatro. Purtroppo il 28 ottobre 1873 un incendio distrusse l'edificio e l'opera non fu rappresentata. Dopo questa fatica mal ripagata, il compositore scrisse un'Ouverture da concerto, Patrie, che fu accolta con favore. Naturalmente questa serie di fatti ritardò la nascita di Carmen che giaceva ancora incompleta. Le prove erano già state fissate, ma dovettero essere rimandate dal dicembre 1873 all'agosto 1874, con la prima fissata per ottobre.
Nel frattempo, il musicista fu colpito da un attacco d'angina che lo convinse a ritirarsi nella sua residenza di campagna a Bougival sulla Senna. Qui, nell'estate del 1874 terminò la stesura della sua opera più famosa e impiegò poi altri due mesi per orchestrarla. Di conseguenza la prima rappresentazione fu ulteriormente rimandata. Un fattore di ritardo fu inoltre la difficoltà di trovare una cantante disposta a vestire i panni della sensuale Carmen. Nel dicembre 1874 finalmente Célestine Galli Marié accettò il ruolo. Un ulteriore ostacolo fu l'ostilità di De Leuven, co-direttore dell'Opéra assieme a Du Locle. Mentre quest'ultimo era legato a Bizet anche da un rapporto di amicizia e cercava di favorirne il lavoro, il suo collaboratore trovava orribile la scelta del soggetto e non approvava assolutamente che andasse in scena all'Opéra-Comique, nota per la sua rispettabilità borghese. Le prove durarono quasi cinque mesi. Furono estremamente impegnative per tutta una serie di impedimenti che Bizet si ritrovò ad affrontare. Il coro si lamentava per le difficoltà sceniche e vocali della sua parte; Du Locle e i librettisti tentarono di convincere l'autore a modificare alcune scene o addirittura ad effettuare dei tagli. Cercarono inoltre di limitare il realismo dell'esecuzione dei cantanti, poiché temevano che il pubblico ne sarebbe stato scioccato. Bizet non si fece influenzare dalle pressioni che volevano censurare il suo lavoro e apportò delle modifiche a Carmen unicamente secondo il proprio giudizio. Arrivò il giorno della prima e il destino volle che quella mattina Bizet fosse nominato Cavaliere della Legion d'onore. La sera Carmen andò in scena con un esito disastroso. Pur guadagnando lentamente un maggior numero di spettatori nelle repliche successive, non ottenne i riconoscimenti attesi dal suo autore. Egli non avrebbe certo potuto immaginare che nell'autunno 1875, a Vienna, la sua opera sarebbe divenuta un successo mondiale. Per quell'edizione Ernest Giraud, da sempre amico di Bizet, compose la musica per i recitativi che nella versione originale erano parlati: Carmen divenne così un grand-opéra, e come tale viene applaudita oggi. Visto il crescente entusiasmo per un'opera che solo qualche anno prima era stata ignorata perché ritenuta immorale, nel 1883 il capolavoro di Bizet tornò nel teatro dove era nata. Ormai la strada per la sua rivalutazione era spianata.

ATTO PRIMO - Una piazza di Siviglia
Davanti alla manifattura dei tabacchi, i soldati del corpo di guardia osservano la gente.
Si ode una marcia militare seguita da una banda di monelli: è il cambio della guardia. Suona poi la campana della manifattura: tutti si accalcano per vedere l’uscita delle sigaraie e soprattutto per corteggiare la più seducente di tutte: la gitana Carmen. Sfrontata e indifferente, quest’ultima canta una canzone (Habanera) e getta un fiore a Don José, un brigadiere dei Dragoni che resta turbato da quel gesto. L’arrivo della fidanzata Micaëla, che viene a portargli il saluto della madre lontana, sembra distogliere Don José dal pensiero di Carmen.
Ma ecco che nella manifattura scoppia una lite furibonda provocata da Carmen che viene arrestata. Durante il breve interrogatorio, condotto dal tenente Zuniga, Carmen si rifiuta di rispondere. Poi, rimasta sola con Don José, intona un’altra canzone per convincere il brigadiere a lasciarla scappare: in cambio gli promette un appuntamento nella taverna di Lillas Pastia. Stregato dalla gitana, Don José si fa gettare a terra consentendo a Carmen di fuggire a gambe levate tra le risate delle sigaraie.

ATTO SECONDO - Nella taverna di Lillas Pastia
Carmen canta e balla con alcune compagne. Tra il pubblico piuttosto equivoco del locale c’è anche il tenente Zuniga che corteggia la gitana. Passa poi col suo seguito d’ammiratori il toréador Escamillo che canta i suoi celebri couplets. Carmen resiste anche alle sue avances: è innamorata di Don José e aspetta che egli esca dalla prigione dove è stato rinchiuso per averla fatta fuggire.
È l’ora della chiusura: tutti escono tranne Lillas Pastia e gli altri della banda di contrabbandieri cui appartiene anche Carmen. Stanno preparando un colpo per quella notte e cercano di convincere Carmen a parteciparvi. Intanto si sente una canzone da fuori scena: è la voce di Don José che si avvicina man mano. Il militare e la gitana rimangono soli e quest’ultima danza per lui accompagnandosi con le nacchere. S’ode suonare la ritirata e Don José, che è stato degradato a soldato semplice, dice di dover rientrare in caserma: Carmen inveisce contro di lui e lo prende in giro. Nel frattempo torna il tenente Zuniga a tentar di sedurre la bella gitana: accecato dalla gelosia, Don José si scaglia su di lui, ma entrano i contrabbandieri che li separano e conducono via Zuniga.

ATTO TERZO - Luogo selvaggio e remoto, il quartier generale dei contrabbandieri
E’ notte, Don José, che ha seguito Carmen sulle montagne, si aggira inquieto pensando con rimorso alla vecchia madre. Carmen si è già stancata di lui e, voltandogli le spalle, interroga le carte, il suo destino è segnato: le carte indicano la morte per lei e per Don José. I contrabbandieri escono di scena con le donne per andare a compiere il colpo. Entra Micaëla in cerca di Don Josè. Quest’ultimo, che ama ancora disperatamente la donna per la quale si è rovinato, si scontra con Escamillo che è salito sulle montagne per vedere Carmen: i due stanno battendosi con i coltelli quando Carmen giunge in tempo per dividerli. Escamillo invita la gitana alla corrida ed esce di scena. Sopraggiunge Micaëla che dice a Don José che sua madre sta morendo e lo supplica di seguirla. Don José, minacciando Carmen che lo sfida con modi provocatori e beffardi, segue Micaëla, straziato dal dolore e dalla gelosia.

ATTO QUARTO - Una piazza di Siviglia in prossimità dell’Arena
La piazza è popolata da una folla variopinta e rumorosa che aspetta l’arrivo del torero per acclamarlo e festeggiarlo. Giunge Escamillo che entra in scena con Carme. Frasquita e Mercédès mettono in guardia l’amica contro Don José che hanno visto aggirarsi da quelle parti. Tutti entrano nell’Arena tranne i due ex amanti. Invano Don José supplica Carmen di tornare con lui, di amarlo ancora. La gitana è irremovibile e getta via l’anello che egli le aveva donato, mentre dall’Arena si odono le acclamazioni per la vittoria del torero. Nel momento in cui Escamillo esce dall’Arena circondato dalla folla in festa, Don José pugnala Carmen e cade singhiozzando sul corpo della donna che ha ucciso chiamandola per nome disperatamente.

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