Spettacolo anomalo e non omologabile, nato nel 2010 in residenza al Teatro La Cucina presso l’ex ospedale psichiatrico Paolo Pini dalla collaborazione tra Renato Gabrielli, Massimiliano Speziani e Luigi Mattiazzi, Questi amati orrori è un lavoro in continua evoluzione, che si trasforma a seconda degli spazi che via via lo ospitano e nella relazione con il pubblico; è un gioco scenico fantasioso e spiazzante, che con leggerezza insidiosa pone domande sui limiti e sul senso della finzione teatrale.
Formatisi alla fine degli anni ottanta alla Scuola “Paolo Grassi” di Milano, Gabrielli e Speziani hanno iniziato a collaborare regolarmente a partire dal 2001, con Vendutissimi, cui hanno fatto seguito Cesso dentro, Salviamo i bambini, Tre, Sicurezza – Una conferenza, Questi amati orrori e La donna che legge.
Una figura senza nome giunge da un aldilà minaccioso e seducente, lontano e vicino al tempo stesso, per incontrare il pubblico; ed è proprio sul filo sottile di questa relazione – tra timidezze, reticenze, vuoti mentali e improvvisi slanci – che cerca di fare scoccare la scintilla di un’intesa, di un reciproco riconoscimento. Evoca di fronte agli spettatori frammenti di vita, ricordati o immaginati, che potrebbero appartenere a chiunque. Per farlo, sovente si sdoppia, generando creature bifronti, tenute assieme dal desiderio e che svaniscono in un soffio d’abbandono: una madre e il suo bambino; un cane e il suo padrone; una coppia di amanti; un dottore e il suo paziente; un attore e chi lo osserva… Un desiderio bruciante di comunione con il pubblico, di abbattere le barriere della rappresentazione, è ciò che muove il nostro “lui” in quest’ora di viaggio – comico a tratti, a tratti elegiaco – tra gli “amati orrori” della memoria e del sogno.
QUESTI AMATI ORRORI ha debuttato il 18 giugno 2010 al Teatro La Cucina presso l’ex ospedale psichiatrico Paolo Pini di Milano. Negli anni successivi ha “visitato”, sempre trasformandosi, altri luoghi teatrali non convenzionali, come Motoperpetuo a Pavia, VanGhé e Frigoriferi Milanesi, Campo Teatrale , nonché in rassegne di Teatro nelle case. Il testo è stato pubblicato su “Hystrio” di ottobre – dicembre 2010.