Quand ghé i dané, amis e parent in semper tra i pé
Compagnia Filodrammatica La Maschera
Di: Barbara De Angeli (con i preziosi consigli di Ermi Pasini)
Regia: Ermi Pasini
Genere: commedia dialettale brillante
Atti: 3
Durata: 2 ore, circa, più intervalli
(Opinioni presenti: 1 - Media Voto: 5 Stelle)
Sono passati dieci anni da quando Alfredo, vedovo senza figli, ha fatto 6 al Superenalotto, portando a casa un’ingente quantità di denaro. E quei parenti che non erano mai stati presenti nella sua vita, improvvisamente, si legano a lui in maniera morbosa, pressante. Intorno a nipoti avidi, una sorella arrivista e manipolatrice e a un cognato buono a nulla, ruota un carosello di personaggi che, in un continuo susseguirsi di entrate e uscite, rivela un forte attaccamento al denaro, celato da richieste di aiuti materiali.
In questo scenario, però, c’è spazio anche per la componente sentimentale: a fare la differenza tra “buoni” e “cattivi” è un profondo e radicato sentimento d’affetto che alcuni personaggi, lontani dalla logica puramente economica di cui è pregno il testo, dimostrano nei confronti di Alfredo, dando prova al pubblico che non sempre è l’interesse a giustificare il fine.
Nello scenario di un’improvvisa ricchezza vengono trattati il tema dell’età che avanza e della solitudine, dell’opportunismo e dell’amicizia vera, della seduzione e dell’amore sincero sullo sfondo di pettegolezzi, ipocrisie e piccole e grandi malignità.
Particolarità: il copione è ambientato ai giorni nostri (2010-2012) e, come in tutte le famiglie di origine meneghina, gli anziani parlano il dialetto, mentre i giovani lo comprendono ma sono abituati a rispondere in lingua lasciando, al dialetto, solo qualche frase. Talvolta si rapportano nel linguaggio al loro interlocutore e al loro stile di vita. Tommaso ad esempio, si rivolge a Carmen parlando in italiano, mentre, pur essendo giovane, parla in dialetto con Alfredo di cui è stato compagno di lavoro. I nipoti di Alfredo, invece, essendo ragazzi di qualche pretesa estetico-culturale, parlano solo ed esclusivamente in lingua italiana, sforzandosi, ogni tanto, di fare qualche battuta in “milanès” per compiacere lo zio. Ambientato in un paese dove si conoscono tutti.
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